mercoledì 9 maggio 2012

IMU disastro immobiliare

OFF
a cura di Avv. Marco Della Luna
Il Censis stima che l’IMU produca una perdita di valore degli immobili italiani tra il 20 e il 50%, che, tradotto in cifre, sarebbero tra 800 e 2.000 miliardi di Euro, stimando 4.000 miliardi di Euro il patrimonio ante IMU. E’ come se una serie di bombardamenti avesse distrutto un edificio e un terreno su tre.
Quindi Monti ha fatto un danno di circa 1.500 miliardi al patrimonio privato e pubblico del Paese, per incassare 10,5 miliardi l’anno. Ha fatto un danno di due terzi del debito pubblico, non solo senza ridurlo, ma aggravandolo e peggiorando il rapporto tra valore dei risparmi e debito pubblico e privato.
Ha colpito in tal modo l’unico punto forte della situazione finanziaria italiana: il buon rapporto tra debito (pubblico e privato) e patrimonio (pubblico e privato). Davvero un genio dell’economia! Non basta la nomina a Senatore a Vita per alti meriti verso la patria. Merita un premio Nobel.
La rovina così cagionata da Monti e da chi lo sostiene non sta solo nella perdita di ricchezza nazionale, perché la svalutazione degli immobili ha ben altri effetti:
  1. rende più difficile e meno fruttuosa la via di ridurre il debito pubblico vendendo il patrimonio immobiliare dello Stato;
  2. taglia il valore delle garanzie immobiliari date da imprese e cittadini alle banche, quindi taglia il credito e l’attività economica, compromettendo così anche le linee di credito in essere;
  3. deprime il mercato immobiliare, già depresso da circa cinque anni;
  4. fa chiudere i cantieri delle costruzioni in corso, per la ragione ai punti 2 e 3, compromettendo la rimborsabilità dei crediti;
  5. fa chiudere o fallire molte imprese edili, con ricadute negative (insolvenze, cessazione degli ordinativi) sull’indotto e sull’occupazione, quindi anche sugli ammortizzatori sociali;
  6. moltiplica la recessione e la rende irreversibile, perché le recessioni e le riprese dei sistemi economici sono guidate e sostenute dal settore delle costruzioni, come ultimamente vediamo nel caso del Regno Unito.
Possiamo facilmente immaginare che cosa sarebbe successo, che so, a Sarkozy, se avesse fatto una cosa simile alla Francia. Gli italiani, diversamente dai francesi, sono un popolo-materasso. Monti ha coalizzato intorno a sé le forze del privilegio e delle rendite – partiti, banchieri, monopolisti, grandi burocrati strapagati – per portare avanti un politica senza investimenti, senza rinnovamento e senza crescita, una politica di sola recessione, tassazione, disoccupazione e pagamento di interessi agli stranieri oltre che di sostegno alla speculazione bancaria.
Ma a chi può giovare questa sua politica anti-italiana? Solo a un ceto bancario che vuole il paese ridotto in miseria e alla disperazione per far incetta delle sue ricchezze reali a prezzi stracciati e approfittare del bisogno della gente per imporre tagli di diritti e ulteriore sottomissione al capitale di sfruttamento straniero. Solo a un disegno di sottomissione dell’Italia e di altri paesi europei al capitalismo soprattutto tedesco, e di loro riduzione a un ruolo servile di subcontinente europeo, di serbatoio di lavoro a basso costo e bassa qualificazione, a un mercato di sfogo per prodotti di basso prezzo e bassa qualità. La riforma Fornero, in diversi sensi, ne è un assaggio concreto.
E se leggete l’ultimo libro di Nino Galloni, “Chi ha tradito l’economia italiana?”, avrete la storia, ben documentata, di come gli interessi economici stranieri, sin dagli anni ’60, si sono ingeriti nella politica italiana per bloccare la crescita della nostra economia, il risanamento delle nostre finanze, anzi, per sabotarle e porre l’Italia in condizioni di dipendenza.
Monti può essere in buona fede – non conosco il suo animo, non posso condannarlo – ma di fatto agisce come un Nemico a tutti gli effetti. Se si vuole sopravvivergli, bisogna considerarlo per quello che è e fa, assieme alle forze e ai partiti collaborazionisti, che lo sostengono e lo votano per interesse. Il suo governo sta facendo più danni materiali della precedente occupazione tedesca, quella di cui si festeggiava pochi giorni or sono la ricorrenza della fine; e, suicidio dopo suicidio, rischia di fare anche altrettante vittime di quella, se lo si lascia andare avanti.

Concordo pienamente, merita un premio Nobel per la "Noneconomia"!

Nessun commento:

Posta un commento