Giorgio Napolitano a gamba tesa contro Beppe Grillo. Il giorno dopo le elezioni amministrative, mentre tutti parlano del successo indiscutibile del Movimento Cinque Stelle che ha portato a casa risultati sorprendenti, il capo dello Stato frena e dice: "Nessun boom, di boom ricordo solo quelli degli anni Sessanta, di altri non ne vedo". Pur non vedendo nessun exploit del comico genovese dal Capo dello Stato arriva un consiglio rivolto ai partiti: le elezioni devono rappresentare motivo di riflessione per le forze politiche e per i cittadini sui rapporti con la politica e sui problemi di governabilità oggi a oggi a livello locale ma che si pongono, come vediamo in Europa, a livello nazionale in diversi Paesi”. Lasciando la mostra "150 dedicati al futuro" di Poste Italiane, Giorgio Napolitano ha poi aggiunto che "una volta le elezioni amministrative avevano un rilievo essenzialmente locale anche se questo era vero fino a un certo punto. Abbiamo avuto un test piuttosto circoscritto, anche perché il numero degli eletti chiamati a votare non è stato grandissimo".
Detto da un
elemento che
mangia da tanti
anni sulle
spalle degli
italiani non ce
da stupirsi!
Pur non
ammirando
Grillo, sono
certo che la sua
ascesa sia
sintomo di
un'Italia stanca
di politicanti
ladri, mentitori
e sbruffoni.
Presidente,
invece di dire
scempiaggini su
un voto popolare
e
democraticamente
espresso, pensi
agli sprechi che
continuate a
fare, agli
stipendi
faraonici che
mettete in
tasca, alla
mancata lotta alla corruzione,
alla lotta poco seria all'evasione (non detrazione spese all'americana, bensì sconti particolari alle banche che hanno evaso),
nessun accordo con la Svizzera per la tassazione dei capitali lì esportati illegalmente,
nessuna eliminazione delle spese inutili (sovvenzioni ai partiti, privilegi dei politici, auto blu, che si continuano a comprare invece di diminuire),
nessuna privatizzazione seria (quelle dei taxi e farmacie sono privatizzazioni?), aumento della tassazione che blocca la ripresa economica e sta causando suicidi
a catena ogni
giorno che
passa.
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