lunedì 21 maggio 2012

Neopremier francese ai suoi ministri: "ci tagliamo stipendi, niente voli di stato e divieto altri incarichi"

ON
Appena eletto all’Eliseo, Nicolas Sarkozy si era aumentato lo stipendio del 170%. François Hollande se lo è ridotto del 30%. «Dobbiamo dare l’esempio: in tempi di crisi tutti dobbiamo fare sacrifici», ha commentato. Sarà populismo, demagogia, come ironizzano gli esponenti della destra: si tratta comunque di un segno di civismo e sensibilità politica che va nella buona direzione. La decisione, operativa da subito, è stata ratificata ieri da un decreto del Consiglio dei ministri, il primo dopo la nomina di Hollande: lo stipendio mensile del presidente della Repubblica e del primo ministro scende da 21.300 a 14.910 euro lordi, quello dei ministri da 14.200 a 9.940, sempre lordi.

Inoltre tutti i ministri sono stati invitati a firmare una «carta deontologica» che prevede:
1) calo del 10% del budget per ogni ministero;
2) riduzione dei collaboratori;
3) divieto assoluto di cumulare mandati e incarichi.
«Fare il ministro deve essere un lavoro a tempo pieno», ha detto François Hollande.
In linea con la politica del rigore e della sobrietà, i ministri sono invitati inoltre a non accettare regali di valore superiore a 150 euro, ad evitare il conflitto d’interessi, ad usare nei limiti del possibile il treno anziché l’aereo; infine — é un pallino di Hollande — a rispettare il codice della strada. I ministri si preparano dopo l’automutilazione salariale ad usare la mannaia nei confronti di presidenti e direttori generali delle aziende pubbliche, abituati a salari straordinariamente confortevoli. Saranno dolori per tutti: ad esempio Henri Proglio, pdg di EdF (Electricité de France), vedrà decurtata del 69% la sua retribuzione annuale (1,6 milioni), mentre Jean-Paul Bailly (Poste) e Luc Oursel (Areva) perderanno il 40% dei 700 mila euro annui.

Anche in Italia? Smettila di sognare!

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