mercoledì 21 novembre 2012

Election day sì o no?

OFF
Election day il 10 marzo: divide la scelta di un solo appuntamento per regionali e politiche, divide anche la possibilità di risparmiare decine di milioni di euro per tenere la consultazione elettorale lo stesso giorno per Lombardia, Lazio e Molise e per Camera e Senato.Di cosa stanno discutendo in questo momento i partiti?
La questione è tutta di opportunità politica e vede il Pdl schierato per l'election day e il Pd contrario. Al di là dei distinguo, va segnalato che le posizioni erano diametralmente opposte nel 2010, quando le urne furono aperte per il rinnovo di 15 regioni (tra cui Lombardia e Lazio) e per i quattro referendum su nucleare, privatizzazione dell'acqua (due quesiti) e lodo Alfano. Quella volta, tuttavia, si andò al voto in due occasioni diverse (a marzo e a metà giugno). Al governo c'erano Pdl e Lega, ma la polemica che si innescò fu simile a quella di questi giorni, ma a parti invertite. Con il centrodestra contrario all'accorpamento e il centrosinistra favorevole.

Che cosa c'era (e c'è) in palio?
Tutto ruotava attorno alla possibilità di risparmiare 300 milioni di euro votando in un solo giorno. Ma così non avvenne. Oggi invece si discute se risparmiare o meno una cifra complessivamente inferiore: 100 milioni di euro. Circa 50 milioni risparmiati con il voto contemporaneo per politiche e regionali in Lombardia (10 milioni di abitanti), circa 30 milioni di spesa extra non dovuta in caso di contemporaneità delle urne tra politiche e regionali in Lazio (5,8 milioni di abitanti). Dati ufficiali non ce ne sono e i conteggi vanno a spanne. E la stima più attendibile, contando anche il Molise, viene arrotondata per eccesso al numero perfetto.
Quanto si risparmierebbe non andando a votare a febbraio per scegliere i governatori e ad aprile per eleggere il nuovo governo?I 100 milioni che non uscirebbero dalle casse dello Stato riguarderebbero la mera organizzazione di una seconda consultazione elettorale distinta, mentre nelle spese extra rientrerebbero i costi duplicati per materiale, onorari e altre uscite legate agli appuntamenti con il voto. Soldi che in tempi di crisi, sottolineano i sostenitori dell'election day, potrebbero essere risparmiati e usati altrimenti.

Votando in un solo giorno si risparmiano 300 milioni di euro. Perfetto!
Ma se prima di votare si eliminassero Senato, Regioni e Province, si accorpassoero i piccoli comuni, si dimezzassero i deputati, si eliminassero i loro privilegi (vitalizi, scorte, finanziamento pubblico ai partiti, ecc.) e si eliminasse il Presidente della Repubblica unendo la sua carica con quella del Presidente del Consiglio, quanti miliardi di euro si risparmierebbero?

Allora non ci prendete per i fondelli con i risparmi da farsa!

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